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Dettaglio e Ornamento

Updated: Oct 13, 2023

La ricerca del dettaglio è un percorso spirituale


Se è vero che Dio è nei dettagli, interrogarsi sull’essenza e sul perché di un dettaglio è per artisti ed esteti al pari di una ricerca spirituale. Per noi, i dettagli rappresentano uno strumento fondamentale per esplorare la bellezza e l'armonia che cerchiamo di inserire nei nostri progetti. La ricerca dell'essenza del dettaglio è per noi una ricerca spirituale, che ci porta a riflettere sulle nostre scelte e sulle nostre azioni e ci accompagna nella creazione di opere che siano non solo funzionali ed esteticamente piacevoli, ma anche significative e profonde.

Nella nostra ricerca personale l’analisi di un particolare inizia il più delle volte con una domanda: è un dettaglio o un ornamento? La distinzione tra dettaglio e ornamento è sfumata e soggettiva, poiché dipende dalla percezione individuale e dal contesto culturale in cui ci si trova. Tuttavia, questo non significa che la ricerca dell'essenza del dettaglio pur non avendo una risposta netta sia vana, poiché essa ci permette di scoprire l'unicità e le bellezze nascoste in ogni particolare, rivelando il senso profondo dell'armonia e dell'equilibrio che permeano l’architettura e l’arte in generale. Questo esercizio mentale e progettuale che richiede pazienza e sensibilità, può quindi condurci ad una conoscenza più profonda di noi stessi e della nostra estetica personale.

Adolf loos - villa moller

Parlando di dettaglio e ornamento, da architetto non posso non farmi accompagnare da Adolf Loos, padre dell’architettura moderna che criticò il manierismo del passato attraverso i suoi progetti rivoluzionari e i suoi scritti, come nel saggio del 1908 intitolato "Delitto e Ornamento". Con Loos si avvia una rivoluzione che critica l'ornamento e le decorazioni non giustificate. Questo concetto rappresenta l'essenza del nostro processo creativo: il dettaglio ha una funzione specifica e guida la nostra ricerca estetica. Ogni particolare deve essere giustificato, altrimenti diventa qualcosa di superfluo quindi non necessario. L'aggettivo "necessario" è di fondamentale importanza per la nostra analisi, ma allo stesso tempo la rende ancora più complessa e introspettiva. Ad esempio, se l'estetica e la bellezza sono considerate necessità, allora sorge la domanda: un dettaglio che ha una funzione estetica rimane tale oppure perde la sua essenza diventando un ornamento? In altre parole, l'utilità estetica di un particolare è sufficiente per giustificare la sua presenza o deve essere accompagnata da una funzione pratica? Questo interrogativo ci spinge ad approfondire la complessità del concetto di dettaglio e a riflettere sulla sua vera natura. Per Loos la risposta a questa domanda è netta:

"Per me non ha valore l’obiezione secondo cui l’ornamento può aumentare la gioia di vivere in un uomo colto, per me non ha valore l’obiezione che si ammanta nella frase: “Però, se l’ornamento è bello …!”. In me e in tutti gli uomini civili l’ornamento non suscita affatto una più grande gioia di vivere."

Una seconda risposta a queste domande la troviamo leggendo un l’altro grande architetto europeo, Alvar Aalto nel su scritto (Rationalism and Man,) questo secondo maestro scrive:

"Il mio obiettivo era mostrare che il vero razionalismo significa occuparsi di tutte le questioni relative all'oggetto in questione, e adottare un atteggiamento razionale anche verso le esigenze che spesso vengono scartate come questioni vaghe di gusto individuale, ma che vengono dimostrate da un'analisi più dettagliata di essere derivate in parte dalla neurofisiologia e in parte dalla psicologia. La salvezza può essere raggiunta solo o principalmente tramite un concetto esteso di razionalismo"

Alvar Aalto

Otto anni dopo, Aalto amplierà questo concetto affermando:

"Vorrei aggiungere il mio punto di vista personale ed emotivo, che l'architettura e i suoi dettagli sono in qualche modo tutti parte della biologia"

L'architetto dallo sile organico, Alvar Aalto, con il suo approccio razionale, introduce due concetti fondamentali: il primo è che l'estetica può essere il frutto di un processo razionale e che questa è figlia di un esigenza; la seconda osservazione ci invita a guardare al mondo della natura collocando interpretando il dettaglio architettonico come parte di esso.

Per definizione, tutto ciò che è naturale, anche se possiede un forte valore estetico, ha una sua funzione. In natura, tutto è giustificato, quindi nulla è ornamento ma tutto è dettaglio. Prendiamo ad esempio l'orchidea: la sua forma complessa è il risultato di un processo di adattamento evolutivo che le consente di garantire la riproduzione e la sopravvivenza della specie. La sua struttura anatomica permette o meno alle diverse famiglie di insetti di raggiungere il polline, rendendo l'estetica dell'orchidea un dettaglio che ha lo scopo di selezionare i vari impollinatori per la salvaguardia della specie. Quindi l’estetica può avere una sua funzione e quindi trasforma un particolare in un dettaglio. L’essenza spirituale del dettaglio, quindi, non risiede nella forma di un particolare ma nella sua storia e nei suoi perché.


Nel suo testo "Parole nel vuoto", Loos non considera soltanto l'ornamento dal punto di vista estetico, ma lo interpreta inserendolo in un contesto lavorativo socio-economico

"E se non ci fossero più ornamenti in questo mondo - un evento che potrebbe verificarsi tra millenni - l'uomo dovrebbe lavorare solo quattro ore invece di otto, poiché metà del lavoro umano viene persa nell'ornamento"

Oggi, poiché l'ornamento non è necessariamente legato al tempo e alla fatica del lavoro umano, il discorso di Loos va ribaltato. Infatti, quando un ornamento è frutto delle abilità di un artigiano, acquisisce un valore e diventa accettabile in quanto unico e con una propria anima. Pertanto, sebbene l'ornamento sia ancora discriminato come negli scritti di Loos, il motivo oggi è diverso. Il minimalismo contemporaneo ha subito un cambiamento non tanto nelle forme quanto nel concetto. L'ornamento oggi non ruba tempo al lavoratore, ma è doppiamente falso poiché non è il prodotto dell'abilità di un uomo, ma di una macchina. Pertanto, l'ornamento industriale andrebbe doppiamente ripudiato, lasciando invece spazio all'ornamento artigianale puntuale che acquisisce oggi una funzione estetica legata alla sua storia e alle abilità artigianali che vanno preservate in quanto vere e quindi contrapposte al falso ornamento industriale.

In sintesi, il dettaglio che oggi eleva l'opera progettuale e ne anima l'estetica è quel particolare vero che non emula, ma resta fedele alla storia che lo ha portato ad essere ciò che è.


Arch. Simone Dell'Ariccia

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