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La figura dell'architetto

Italia e Israele, due modi per gestire il progetto



Salve, sono Simone Dell'Ariccia, architetto con un'esperienza lavorativa e progettuale internazionale, che ha deciso di fare ritorno in Italia. Nel mondo dell'architettura e dell'edilizia, ogni paese adotta approcci e metodologie di lavoro diversi. In questo articolo, esploreremo le differenze tra il metodo italiano, incentrato sulla figura del professionista tuttofare, e l'approccio iperspecializzato adottato in molti paesi esteri.


Mentre all’estero vediamo una suddivisione delle competenze tra numerosi professionisti, in Italia prevale la tendenza ad affidare l'intero progetto a un unico interlocutore. Tuttavia, è cruciale valutare l'efficacia di queste metodologie e considerare la possibilità di integrarle per ottenere risultati ottimali. In questo articolo, esploreremo le sfide che l'approccio italiano attuale affronta e le opportunità di miglioramento che possono derivare dalla combinazione dell'esperienza dei professionisti italiani con la specializzazione acquisita all'estero da giovani professionisti.

La mia esperienza Israeliana

Vorrei iniziare raccontando come in Israele dove ho lavorato fino al 2021, un progetto architettonico viene gestito da un team di lavoro che può arrivare a includere anche 10 studi tecnici diversi, oltre a tutti i collaboratori interni. Ad esempio, prendendo in considerazione progetti di piccole dimensioni in Israele, potremmo avere un professionista specializzato nella progettazione degli impianti idraulici, un ingegnere specializzato nelle strutture, un altro per l'illuminazione e un quarto per l'impianto elettrico, mentre un project manager si occupa di coordinare l'intero processo. Naturalmente, all'aumentare delle dimensioni del progetto, aumenta anche il numero di queste figure coinvolte. Questo avviene perché ogni architetto o ingegnere ha il proprio campo di eccellenza in cui lavora. Tuttavia, vorrei fare una considerazione: non credo che questa eccessiva suddivisione del lavoro sia sempre vantaggiosa per il progetto e il suo processo lavorativo. È interessante, però, secondo me, capire i diversi modi di lavorare al di fuori dell'Italia e trarne vantaggio, specialmente considerando che “fortunatamente” abbiamo molti giovani che lavorano o hanno lavorato all'estero. Da loro possiamo imparare queste nuove modalità di gestione del lavoro e applicarle in modo positivo.


se ti interessa a sapere di piu sulla mia esperienza in israele clicca sulla foto qui sotto per ascoltare l'intervista con luca sassi

Un solo professionista, un solo interlocutore​

In Italia, ancora oggi, prevale la scelta di affidarsi a un singolo interlocutore, un professionista che si assume l'incarico completo del progetto. Questo professionista, se dotato di ampie competenze, può realizzare una vasta gamma di disegni tecnici, che spaziano dall'impianto idraulico alla suddivisione degli spazi e alla gestione delle pratiche edilizie. Questo approccio è motivato dalla volontà di massimizzare la soddisfazione del committente, che spesso crede erroneamente di ottenere un risparmio economico e di avere un maggior controllo sulla situazione.

Storicamente e tradizionalmente, il modello italiano si avvicina all'antico concetto di architetto: un creatore dotato di una visione complessiva del progetto, che comprende l'arte, la tecnica, la costruzione e persino l'approvvigionamento dei materiali fino al cantiere. Tuttavia, il motivo per cui questo metodo non risulta più efficace ai nostri giorni va ricercato nella rapida evoluzione tecnologica a livello globale. Non è realistico attendersi che un singolo professionista, che sia architetto o ingegnere, possa rimanere costantemente aggiornato su tutte le discipline dell'ambito edilizio. Non possiamo pretendere che un professionista segua gli sviluppi tecnici in ogni singolo ambito.

Proprio per questo motivo, a differenza dell'Italia, molti paesi esteri hanno abbracciato l'iperspecializzazione. Ogni professionista si focalizza sul proprio campo di competenza, acquisendo conoscenze approfondite sulle ultime novità, normative e tecnologie. Solo così è possibile offrire al cliente il miglior approccio tecnico, garantendo funzionalità e durabilità del progetto.



Un nuovo approccio

Come accennato in precedenza, personalmente non ritengo che il metodo dell'iperspecializzazione, ampiamente utilizzato all'estero, sia il più efficace. Al contrario, credo fermamente che sia possibile creare un nuovo approccio nell'edilizia e nell'architettura, unendo l'ampia esperienza dei professionisti italiani nel settore con la specializzazione dei giovani che magari hanno acquisito formazione all'estero e hanno maturato esperienza. Questo nuovo metodo potrebbe portare a risultati più efficaci ed efficienti sia dal punto di vista economico che lavorativo.

 
 
 

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